Il Filosofo - Istituto Paritario Jacques Maritain

Vai ai contenuti

Menu principale:

Il Filosofo

Chi Siamo
Chi è Jacques Maritain
Filosofo francese (Parigi 1882 – 1973 Tolosa), uno dei maggiori esponenti del
“Neotomismo”, la filosofia di ispirazione cattolica che si rifà al realismo medioevale e in particolare al pensiero di San Tommaso d'Aquino.
Da una iniziale impostazione naturalistica Jacques Maritain si convertì, al contempo, alla fede cattolica e alla filosofia tomistica, e abbracciò con entusiasmo entrambe. A tal punto concepì la sua vita come animata dalla missione di diffondere la fede attraverso il tomismo, da esclamare, parafrasando San Paolo «Guai a me se non evangelizzo» a «Guai a me se non tomistizzo».
Grande importanza ebbe nella sua vita la moglie Raissa, di origine ebraica, che si convertì con lui al Cattolicesimo.


IL PENSIERO: La sua adesione al Tomismo non fu fossilizzata ripetizione, ma cercò di far interagire i principi della filosofia di Tommaso con i fermenti e i problemi posti dalla cultura contemporanea. Presentò in numerose opere la filosofia tomista quale alternativa valida nei confronti delle filosofie anticristiane e antirealiste moderne e contemporanee, accettando in pieno l'idea del tomismo come philosophia perennis, stabile deposito delle verità essenziali raggiungibili dal pensiero umano.
Dura è perciò la sua critica all'età moderna, che ha volto le spalle all'oggettivismo medioevale, per impantanarsi in un soggettivismo deleterio. Ma aperta è la sua posizione nei confronti del sapere scientifico, che egli si sforzò di mostrare perfettamente compatibile con la metafisica classica, e in particolare col tomismo. In particolare egli sostenne che l'edificio del sapere non è monolitico ma articolato, e che scienza e metafisica sono diversi, ed egualmente legittimi gradi del sapere.
A un grado superiore egli poi colloca la saggezza teologica, mentre al vertice del sapere umanamente raggiungibile in questa vita è la saggezza mistica. A questo proposito però egli difese la concezione cristiana di mistica, contro ogni deriva naturalistica: all'esperienza di prossimità con Dio non si giunge tramite delle tecniche, poggianti sullo sforzo umano, ma vi si giunge se, quando e come Lui vuole, nella Sua gratuita liberalità, dentro il Suo disegno, che non mira a un estatico distacco dal mondo, ma alla redenzione di tutto il genere umano, incentrata sulla Persona di Cristo.
In filosofia politica Jacques Maritain combatté decisamente ogni forma di socialismo, in quanto espressione di una erronea concezione dell'uomo, ma
non mancò di criticare anche il capitalismo individualistico; in luogo di tali ideologie, fondate sull'antropocentrismo, Maritain progettò un ideale comunitario (detto storico concreto) per la futura società cristiana, che salvasse tanto il valore della persona quanto quello del bene comune. In pratica egli propose tra l'altro la partecipazione dell'operaio alla direzione dell'azienda.
Scrisse più di sessanta opere, tra le quali si ricordano: “I Gradi del Sapere”, “Umanesimo Integrale”, “L’Educazione al Bivio”, “La Filosofia Morale”, ecc… .

LA PEDAGOGIA: La Pedagogia è in stretto rapporto con la politica, nel senso che c'è tra educazione e democrazia un circolo virtuoso, per cui una implica l'altra vicendevolmente essendo entrambe finalizzate a rendere possibile all'uomo la conquista della libertà. Negli anni Quaranta, la democrazia viene vista come l'alternativa politica al nazifascismo, che dà importanza alla persona e dei valori: su tutto ciò deve insistere l'educazione. Negli anni Cinquanta l'accento viene posto sul pluralismo come condizione per valorizzare concretamente la persona e permettere il perseguimento del bene comune, e ancora una volta l'educazione si fa carico di tali istanze. Infine, negli anni Sessanta il valore della democrazia viene affermato in contrapposizione al nuovo totalitarismo, quello tecnologico, che tende per un verso all'individualismo e per altro verso alla massificazione. Le ragioni della democrazia contro lo statalismo e la tecnocrazia sono le ragioni stesse dell'educazione, che può aiutare a tenere vive le motivazioni etiche, ossia umanistiche, della democrazia, richiamando la necessità che la politica sia incentrata sulla persona umana e finalizzata al bene comune nel rispetto del pluralismo. Questo significa muovere dall'educando concepito come persona in crescita; significa, poi, puntare alla sua formazione integrale e armonica, che superi cioè le unilateralità e le scissioni, per cui l'educazione si trova al bivio, nel senso che è chiamata a scegliere tra un'impostazione umanistica e posizioni pseudo-umanistiche o addirittura anti-umanistiche; significa, infine, adottare una metodologia né permissiva né autoritaria ma all'insegna della libertà come conquista che trova nell'educazione liberale (umanistica) per tutti la condizione per evitare il vuoto metafisico ed etico, nemico dell'educazione non meno che della democrazia. 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu